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Le anfore di argilla sono considerate i primi contenitori in cui veniva conservato il vino. Gli storici hanno utilizzato documenti dalla Georgia per affermare che i produttori di vino usavano questa pratica di 4.000 anni. In contrasto con questa tecnica, gli odierni vignaioli friulani hanno adottato strumenti di vinificazione come vasi in acciaio inox, termoregolatori e barrique. In effetti, Josko Gravner ? un pioniere nell’uso di questi strumenti. Tuttavia, iconoclasta e in continua evoluzione, Gravner ha adottato un nuovo approccio “vecchio”, utilizzando anfore. Contraddizione no. Sperimentazione S?. La sua instancabile passione per la perfezione attraverso la sperimentazione ha cambiato la filosofia di Gravner, di conseguenza ? stato tra i primi produttori a combinare la vinificazione biodinamica con uno stile pi? tradizionale nell’epicentro di Whitewine. Gravner supporta tini di legno aperti e un’ampia macerazione della polpa dell’uva, evitando l’uso di lievito aggiunto, anidride solforosa e controllo della temperatura. In breve, sostiene la produzione di vini puramente naturali. Gravner utilizza sia anfore che grandi botti di rovere per i suoi vini. Le uve per questi vini provengono dai 18 ettari di vigneto a Gorizia (Oslavia), che si estendono al confine sloveno con l’Italia. Qui esercita il suo attuale approccio al vino. Gravner ha dichiarato: “Sono convinto che il vino sia prodotto dalla natura, non dall’uomo, il cui ruolo, quindi, ? quello di accompagnare il processo di maturazione evitando ogni intervento artificiale”. Ogni bottiglia di vino Gravner ? una testimonianza della pura bellezza di questa filosofia. Produzione: 20.000 bottiglie
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